AVVENIRE: «UN CENTRO MIRATO PER UN ALTRO NOBEL». PIERA LEVI-MONTALCINI: L'EREDITA' DI MIA ZIA VA RIVITALIZZATA DENTRO IL CNR
 
«L’obiettivo di mia zia era quello di avere un grande centro sul modello del Cern, per sviluppare tutte quelle ricerche "riconducibili" al NGF, il fattore di crescita delle fibre nervose, la sua grande scoperta che le è valsa il premio Nobel proprio 30 anni fa». Piera Levi-Montalcini, nipote della grande scienziata, è ingegnere e imprenditrice, ma anche infaticabile custode della memoria della studiosa italiana attraverso l’Associazione Levi-Montalcini e a numerose iniziative organizzate in tutta Italia. Di fronte alla notizia del trasferimento dell’Istituto di Neurobiologia del CNR, fondato nel 1988 proprio da Rita Levi-Montalcini, riflette sui modi migliori per rilanciare un’eredità fondamentale, «guardando avanti, e non rivolgendosi soltanto al passato». 

Dottoressa Levi-Montalcini, lei ha collaborato per lungo tempo con sua zia. Quale sarebbe, a suo giudizio, la direzione da prendere in questo delicato frangente per la ricerca italiana?
L’idea di creare un dipartimento o istituto del CNR intitolato a Rita Levi-Montalcini che possa essere un punto di attrazione scientifica per giovani ricercatori mi pare una strada da per- correre. Dovrebbe essere una struttura orientata a raccogliere tutti i risultati delle ricerche legate sia in modo diretto che indiretto al NGF al fine di estrapolare quei risultati che possano portare alla comprensione delruolo che il NGF ha nello sviluppo e nel funzionamento del sistema nervoso. Questa entità dovrebbe rivitalizzare, con un ovvio adeguamento ai tempi in cui viviamo, quella scuola di pensiero e di visione del futuro che hanno portato Rita Levi-Montalcini all’avanguardia nella ricerca scientifica.
Il vasto settore della ricerca che in qualche modo può essere collegato al NGF sembra particolarmente sensibile a due questioni, quella della compresenza di ricercatori di varia formazione e competenza e quella della vicinanza a strutture di cura, essendo la studio mirato soprattutto alle ricadute cliniche...
Oggi la necessità di coinvolgere settori di ricerca che possono sembrare tra loro anche molto distanti rende necessaria una prossimità fisica e scientifica con una vasta rete di specialisti e con una rete di ospedali di alto livello. Ricordiamoci che attualmente, anche con la contrazione delle risorse economiche, la probabilità di riuscita di un convegno o di uno scambio tra ricercatori è proporzionale al tempo necessario per lo spostamento. Alla fine della sua lunga vita Rita Levi-Montalcini era convinta che dal NGF sarebbe scaturito un altro premio Nobel, si spera per l’Italia, legato alle molteplici funzioni a cui il NGF è preposto nel sistema nervoso e da cui potranno nascere nuove applicazioni cliniche. L’auspicio è che si creino le condizioni affinché quella profezia si avveri. 


Andrea Lavazza