TRENT'ANNI FA LA MORTE DI PRIMO LEVI, GRANDE AMICO DI RITA LEVI-MONTALCINI

L'11 aprile 1987 il corpo senza vita di Primo Levi veniva ritrovato alla base della tromba delle scale della sua abitazione torinese. Il chimico-scrittore aveva 67 anni. Quarantadue dei quali trascorsi come sopravvissuto di Auschwitz: un'esperienza che aveva raccontato in Se questo è un uomo, il suo lavoro più celebre, e dal cui trauma non si era probabilmente mai liberato.

Primo Levi fu grande amico di Rita Levi Montalcini. Di lei scrisse che era «Una piccola signora dalla volontà indomita e dal piglio di principessa». Lei, sua amica strettissima, aveva appena vinto il Premio Nobel per la medicina. Dieci anni dopo, nel 1996, Montalcini pubblicò un libro, Senz'olio contro vento, costituito da dieci lettere scritte ad altrettante persone importanti nella sua vita. Tra di loro, Primo Levi, destinatario di una tra le missive più accorate, da cui traspare anche l'incredulità di Montalcini di fronte all'ipotesi del suicidio consapevole: «Né suicidio né omicidio: un raptus improvviso, una perdita momentanea di consapevolezza, dettata certamente dallo stato depressivo», disse la scienziata in un'intervista a Repubblica.